Il battello ebbro, 2007
Il battello ebbro, 2007

We are all tourist now?

2010

Silvia Valente, dal catalogo della mostra 'Viagem', Itatiba (San Paolo) Brasile

 

... Si potrebbe definire un incessante work in progress il lavoro di Paolo Borrelli. Niente di premeditato o rigidamente programmato, nulla di compiutamente definito, ma flussi continui di casualità e intuizioni che accompagnano i pensieri.

Riflessioni e lunghe pause intervengono nella ricerca e divengono parte integrante dei suoi lavori, offrono tempo utile alle idee di maturare, crescere e irrobustirsi, così da porsi fiere e tenaci dinanzi all’occhio inquisitore del tempo e di chi le ha concepite. Il senso del tempo è fondamentale nella sua analisi artistica e con diligente devozione l’artista si fa osservatore e protagonista di esso: Tempo sospeso evoca stati di assenza, pazienza e attesa, in una condizione di intima staticità e introspezione.

“Il tempo è fermo, è immobile. Così il viaggio, in fondo, non è altro che un soddisfare l’ansia dell’attesa. Percorrere le distanze è come immergere la mano in uno specchio d’acqua, in entrambi i casi si è sopraffatti dal piacere dell’ignoto, dell’assenza (la partenza) e del ricordo (l’arrivo)”. Così ci descrive la sua Elegia del viaggio, intesa nell’accezione più intima, fatta di memorie di luoghi e proiezioni sull’altro, un itinerario di conoscenza verso l’altrui pensiero e l’attraversamento del sé. La serie Invasori invasi pone al centro dell’attenzione l’esperienza della condivisione, accentuandone gli aspetti favorevoli e al contempo sottolineando quel senso di “estraneità” che quasi naturalmente leghiamo alla pratica di tale esercizio. Il carattere politico dei suoi lavori emerge con forza dalla visione, ma il senso diviene profondo, supera gli aspetti dichiaratamente provocatori per lasciar spazio alla sfera emozionale, introspettiva, in una logica legata all’ascolto delle “potenzialità residue d’immaginare il futuro”